Prova a risolvere i tuoi dubbi, leggi le domande frequenti.
Selezionare il prestito migliore dipende da tutte le specifiche esigenze personali.
Il primo valore di riferimento per valutare un prestito è il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, ossia l’indice percentuale che evidenzia la totalità dei costi che gravano su un prestito: le spese di istruttoria, quelle di apertura pratica, le spese di gestione e di incasso rata. Nel TAEG è ricompreso anche il TAN, Tasso annuo Nominale, utilizzato per il calcolo degli interessi.
Nel confronto di più proposte di prestito si deve tenere conto di quest’ultimo valore, assicurandosi che durata e ammontare finanziato siano gli stessi nel confronto.
Oltre a questo, i costi determinanti per la valutazione di un prestito riguardano quelli obbligatori e quelli opzionali: i primi sono correlati all’apertura e alla gestione del prestito; i secondi sono a discrezione dell’istituto di credito, dove i più comuni sono il costo della polizza aggiuntiva in casi di rischio di morte o malattia che proteggono il creditore da eventi che impedirebbe il rimborso totale del prestito.
L’ultima cosa da considera è il piano di ammortamento, cioè il piano dettagliato di rimborso del prestito dettato dalla durata, l’importo e la scadenza delle rate. Per esempio, una durata più lunga permette di alleggerire mensilmente il peso della rata, ma presenta interessi e costi maggiori.
Con Prestasubito puoi ottenere prestiti personali con zero spese di istruttoria, zero spese di incasso rata, assicurazione facoltativa ed esclusa dagli interessi.
Prima di concedere un prestito, la banca o l’istituto creditore effettua una serie di valutazioni in merito alla solvibilità e al profilo reddituale del richiedente. Questo dovrà infatti presentare una documentazione accurata con i suoi dati anagrafici, reddituali ed eventuali garanzie aggiuntive richieste dalla banca (come ad esempio la presenza di un garante).
A prescindere da ogni altro aspetto, il richiedente di un prestito personale dovrà presentare questi requisiti:
Una volta valutati i requisiti base, l’istituto di credito si soffermerà anche sull’affidabilità creditizia del richiedente, data dalla capienza del suo reddito e dal suo storico debitorio. Viene quindi fatta una verifica su eventuali segnalazioni per ritardi o insoluti del richiedente in casi di precedenti finanziamenti attraverso le banche dati private aderenti al Sistema Informatico centralizzato o SIC e presso la Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d’Italia.
Approvato il prestito, la banca o l’istituto finanziario formalizzano l’esito della richiesta con una lettera inviata al titolare dove vengono specificate anche la data di erogazione della somma e le modalità di accredito sul suo conto corrente.
L’addebito delle rate avviene in automatico mediante conto corrente (RID).
Per presentare una richiesta di prestito personale a una banca o a una società finanziaria è necessario raccogliere una serie di documenti anagrafici.
I cittadini italiani devono presentare:
I cittadini stranieri UE devono anche consegnare copia del certificato di residenza, mentre i cittadini extracomunitari il permesso di soggiorno.
Oltre ai documenti anagrafici, vanno forniti anche quelli che attestano la situazione lavorativa e reddituale del richiedente, oltre che l’ultima busta paga, anche la Certificazione Unica o modello CU (l’ex modello CUD) ed eventualmente il modello 730.
Per i pensionati, l’ultimo cedolino e il modello OBIS/M rilasciato dall’ente previdenziale.
Per i lavoratori autonomi l’ultima dichiarazione dei redditi (Modello Unico Persone Fisiche) completo di ricevuta di presentazione telematica e del modulo F24 che attesti il pagamento IRPEF.
In alcuni casi le finanziarie richiedono anche le copie delle ultime bollette delle utenze per confermare il domicilio effettivo.
La prima rata deve essere rimborsata sempre dopo l’erogazione della somma concessa in prestito e in seguito alla disponibilità sul conto corrente dell’intestatario.
Il rimborso può partire secondo un termine variabile, solitamente dal mese successivo, ma sempre stabilito a priori nelle condizioni sottoscritte. Il contratto deve, infatti, contenere la tipologia di finanziamento, il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) e il piano di ammortamento con il numero delle rate, l’importo e la scadenza.
Solitamente il pagamento della prima rata è fissato tra il trentesimo e il sessantesimo giorno dalla messa a disposizione del cliente della totalità delle somme, comunicata per iscritto all’interno della lettera di benvenuto inviata al cliente.
La società finanziaria può concedere maggiore flessibilità nel pagamento delle rate permettendo al cliente di scegliere tra almeno due opzioni di date del mese.
La banca o la società finanziaria possono negare la concessione di un prestito nel caso in cui vengono meno le condizioni essenziali per il finanziamento. Il caso più frequente è quello dell’impossibilità di fornire garanzie sufficienti alla banca poiché la capienza del reddito non è adeguata oppure perché non sussiste l’affidabilità creditizia. Il passato creditizio del richiedente potrebbe essere poco trasparente e nascondere inadempienze relative a precedenti posizioni debitorie (ritardi nei pagamenti o segnalazioni al CRIF).
Il rifiuto può imputarsi a una condotta poco corretta del richiedente in precedenti posizioni debitorie (ritardi nei pagamenti o segnalazioni al CRIF) oppure nella richiesta di più prestiti personali in contemporanea presso differenti società e banche.
Nel caso in cui la domanda di prestito venisse rifiutata da più istituti è necessario aspettare almeno 90 giorni di tempo prima di poter effettuare una nuova richiesta, tempo necessario per la cancellazione della prima domanda dai database.
Possono richiedere un prestito con cessione del quinto:
I dipendenti pubblici o privati possono chiedere la cessione del quinto di una durata massima di 10 anni. Possono anche richiedere la cosiddetta Delega, cioè un ulteriore prestito anche questo con rata massima pari a un quinto dello stipendio e durata massima di 120 mesi. La cessione del quinto quindi sarà il 20 % massimo dello stipendio e la eventuale delega un altro 20 % massimo dello stipendio secondo i criteri delle società finanziarie e delle aziende datrici di lavoro.
Anche i pensionati possono fare richiesta di cessione del quinto della pensione per una durata massimo di 120 mesi.
Tutti i richiedenti della cessione del quinto hanno tutte le tutele e i diritti previsti dal credito ai consumatori, qualunque sia l’importo del finanziamento.
Con la cessione del quinto il prestito è garantito dalla busta paga o dalla pensione. È infatti il datore di lavoro o l’INPS, nel caso di pensionati, a pagare materialmente la rata al creditore trattenendo l’importo dalla busta paga del dipendente o dalla pensione.
Al momento della sottoscrizione del contratto di cessione con la società finanziaria, la legge prevede che si stipuli un’assicurazione sui rischi vita e impiego:
Trattandosi di un’operazione di credito garantita, il vantaggio principale della cessione del quinto è la flessibilità lasciata all’istituto finanziatore nella valutazione delle richieste. Una volta assicurato il rispetto dei requisiti di ammissibilità del richiedente e dell’azienda per cui lavora (nel caso di lavoratori dipendenti), la probabilità di vedersi accordare il prestito è piuttosto alta.
Le garanzie e i pagamenti automatici rendono l’operazione sicura per il finanziatore, che di conseguenza concederà la cessione del quinto anche a persone con una storia creditizia non perfetta con la quale difficilmente avrebbero accesso a forme alternative di finanziamento (come i prestiti personali).
Un altro vantaggio deriva dal fatto che l’importo massimo del finanziamento è correlato sia al livello di retribuzione che all’anzianità lavorativa del richiedente, che può in alcuni casi consentire il finanziamento di importi considerevoli.
Sia nella cessione del quinto che in un prestito l’importo viene erogato direttamente al richiedente, che potrà utilizzare la somma a sua totale discrezione.
La cessione del quinto però prevede una rata che non può essere superiore a un quinto dello stipendio netto o della pensione.
A differenza del prestito, la garanzia del rimborso nella cessione del quinto è opera del datore di lavoro o dall’ente pensionistico che di fatto provvedono a versare le rate ogni mese trattenendole dalla busta paga o dalla pensione. Tale garanzia consente l’accesso a questa forma di credito anche a soggetti che hanno avuto problemi di solvibilità.
Nella cessione del quinto, un’ulteriore differenza è la necessità di stipulare un’assicurazione rischio vita e/o impiego, a seconda che si sia dipendenti oppure pensionati, così da garantire il rimborso del finanziamento anche nel caso di perdita del lavoro, malattia grave o decesso.
Diversamente da un prestito tradizionale che dipende dal profilo del richiedente e dalla disponibilità della banca, la cessione del quinto può avere importi anche molto alti poiché la somma finanziata dipende dall’importo dello stipendio o della pensione: quanto più alto è il salario netto, tanto maggiore sarà la rata massima concessa e l’ammontare del prestito.
Trattandosi di un prestito garantito dall’azienda o dall’ente pensionistico, la durata è mediamente più lunga, fino ai 10 anni.
Sì, è possibile ricorrere al rinnovo della cessione del quinto per prolungarne la durata e ricevere una somma maggiore rispetto a quella iniziale. Per rifinanziare il prestito è però necessario estinguere quello originario e riattivare una nuova cessione del quinto.
Tuttavia, questo non è sempre possibile. A volte è necessario far trascorrere almeno due quinti della durata del prestito in corso, pari al 40% dell’ammortamento. Fanno eccezione i prestiti con durate inferiori o uguali a 60 mesi, che possono richiedere il rinnovo in qualsiasi momento purché il nuovo finanziamento abbia una durata di 10 anni (120 mesi) e che sia il primo finanziamento di lunga durata richiesto.
La peculiarità di un prestito con cessione del quinto sta proprio nell’operazione di calcolo della rata mensile. La somma che il dipendente o il pensionato possono richiedere con la cessione del quinto dipende sempre dall’ammontare dello stipendio o della pensione mensile diviso 5.
È quindi semplice calcolare l’importo che si può ottenere con un prestito della cessione del quinto. Basta partire dal salario netto (ossia il salario lordo meno il 27% di trattenute) e moltiplicarlo per il numero di mensilità previste dal contratto. La cifra ottenuta va poi suddivisa per 12 rate annuali e ancora divisa per 5: la somma finale rappresenta la quota cedibile, cioè il totale del prestito.